Modellismo militare

Le S-Boote ad Augusta 1941 - 1943

28.06.2010 22:08

 

Motosiluranti tedesche in Sicilia nella Seconda Guerra Mondiale (1941 - 1943)


 

Le S-Boote della 3° Flottiglia


 

Quando negli anni '70 l'Airfix mise in commercio il modellino della motosilurante tedesca si accese nel mio giovane spirito creativo la fiaccola dell'entusiasmo. Fu quella la mia unica scatola "marinara" persa in un ... mare di carrarmati; la cosa che m'impressionava erano quei due siluri parcheggiati sul ponte, nascosti dai teli cerati, pronti per andare a riempire i tubi di lancio ancora vibranti. Non sapevo nulla di motosiluranti, né di naviglio vario, ma quei due siluri "a vista" mi facevano rabbrividire. La visita al Museo della Vittoria (!) di Novara, ed il trovarmi davanti a dei siluri veri, non fece che dare corpo a quel sentimento. Il modellino fu un disastro, ma lo scenario immaginario che evocava persistette sino ad oggi, andando ad arricchire quell'insieme di emozioni che noi bambini provavamo al solo pensiero dei marinai che andavano a morire in mezzo all'Oceano, aggrappati ad un pezzo di ferro.


 

Le Schnell-Boote ad Augusta (Siracusa)

Le prime motosiluranti tedesche, appartenenti alla 3° Flottiglia (Comandante Friedrich Kemnade), arrivano ad Augusta l'1 dicembre 1941 con l'obiettivo di andare a contrastare la "viabilità marinara inglese" dell'isola di Malta, già sotto assedio aereo della Luftwaffe, chiamata da Mussolini in aiuto alla Regia Aeronautica. La base aeronavale di Augusta ospitava già le gloriose motosiluranti italiane (MAS), nonchè i gruppi di incursori della Marina (X° Mas) che resteranno per sempre tra i corpi d'elite più famosi del mondo (coi mitici maiali e barchini esplosivi).

I tedeschi prendono posizione sulle banchine davanti a Torre Avolos, sistemandosi inizialmente "a pacchetto" a gruppi di tre e quattro, per nascondersi invece poi lungo i moli, coperti da teli mimetici, anche se le foto della rilevazione aerea inglese dimostreranno l'inutilità di questi mascheramenti. Il 3 dicembre 1941 il re d'Italia Vittorio Emanuele III° visita ad Augusta il contingente navale tedesco appena giunto.


 

Il trasferimento

Da dove arrivavano queste motosiluranti tedesche? La storia del loro trasferimento dai cantieri navali Lurssen di Bremen (Germania) alla Sicilia è già essa stessa degna di un film. Brema si affaccia sul Mare del Nord e per arrivare nel nostro Mediterraneo occorrerebbe circumnavigare mezza Europa, ma l'ingegno dell'uomo ha realizzato un antichissimo sogno, quello di collegare il Reno (Germania) al Rodano (Francia). Il progetto (Rhine-Rhône Canal), iniziato nel 1784 e terminato nel 1833 ha permesso di unire i due grandi fiumi attraverso una complessa rete di canalizzazioni e di ben 167 chiuse che, lungo un percorso di 349 km, fa addirittura salire le barche di 100 metri d'altezza come in una sorta di grande ascensore naturale. Questo sistema ha così finalmente permesso di unire il porto di Rotterdam con quello di Marsiglia; lo stesso canale venne usato anche dagli inglesi prima della guerra.

Dunque è deciso, in aiuto all'alleato italiano i tedeschi invieranno un contingente di motosiluranti, ma quali? I cantieri tedeschi hanno giusto in produzione una serie di S-Boote (classe S-30) abbastanza piccole (motore a 16 cilindri ) da poter passare per questi stretti canali e quindi perfette per la missione, ma costruite su ordinazione cinese! nessun problema, la Cina aspetterà.

Il viaggio è lungo e le insidie sono molte, quindi si decide di trasformare le "ghiotte" motosiluranti in semplici barconi fluviali, mimetizzandole. Vengono smontate le armi, pitturate con pece nera le paratie e montati falsi comignoli. Inoltre, per non dare nell'occhio, su ogni barca resteranno solo i pochi membri necessari alla navigazione trasferendo via terra il resto degli equipaggi (ogni motosilurante aveva almeno 23 uomini più un ufficiale).

Il 7 ottobre 1941 si parte, entrando nel porto di Rotterdam e risalendo il Reno fino a Niffer, per poi entrare nel sistema dei canali via Besancon ed infine uscire a Chalon Sur Saone il 30 ottobre. Il 14 novembre ricaricati gli equipaggi le motosiluranti giungono finalmente a Port St. Louis vicino a Marsiglia, arrivando infine a La Spezia il 17 novembre. Ci sono voluti 40 giorni di navigazione, sempre in allerta per il pericolo di attacchi partigiani. A La Spezia le imbarcazioni vengono ripulite e gli vengono ripristinati i carichi operativi completi di siluri ed armi antiaeree.

In contemporanea al viaggio fluviale abbiamo la bellezza di 120 vagoni ferroviari carichi di ogni genere di necessità per la missione, dai siluri di riserva alle parti meccaniche di manutenzione ordinaria, che attraverseranno tutta l'Italia scendendo fino in Sicilia, ad Augusta, base operativa della missione, dove le motosiluranti arriveranno via Gaeta.

Le prime 5 ad arrivare ad Augusta furono le S-31, S-33 (S-55 secondo altre fonti), S-34, S-35 ed S-61, seguite poi a Gennaio 1942 dalle S-54 (Lt.z.S. Herbert Wagner), S-56, S-57 (Lt.z.S. Gunther Erdmann), S-58 (Lt.z.S. Eberhard Geiger) e S-59 (Lt.z.S. Heinz Haag) e a Maggio dalle S-30, S-36 e S-60). Le S-54 e S-57 si erano attardate a Rotterdam per alcune riparazioni causate dal maltempo durante la loro missione nel mare del Nord. Il numero di serie che veniva inizialmente dipinto sulla prua delle motosiluranti, nel caso della 3° Flottiglia non fu utilizzato rendendo per questo difficile l'identificazione delle singole unità. In alcuni casi le imbarcazioni furono "abbellite e personalizzate" con l'aggiunta di un animale marino dipinto sotto la cabina come nel caso della S-61 che aveva una Sirena, della S-58 che aveva uno Squalo, ed di altre con un Coccodrillo, un'Aragosta, un Pinguino e una Foca. Anche la colorazione che nella maggior parte dei casi fu semplicemente grigia e con la carena color ruggine, vede alcune personalizzazioni con mimetiche originali alle loro unità operanti nel Mar Baltico, non sappiamo se queste mimetiche a strisce multicolori furono conservate anche in Sicilia. Le foto ad Augusta mostrano comunque le imbarcazioni prive di mimetica. Anche sui nomi dei vari comandanti delle singole unità c'è un po' di confusione, certamente dovuta alla rotazione dei comandi a seguito delle prime perdite operative.


 

Le missioni in guerra

Contrariamente a quanto il nome possa far credere, le motosiluranti opereranno assai più come posamine, che non come minaccia diretta contro il naviglio avversario, anche se successi incredibili furono ottenuti anche in queste azioni di "siluramento" o mitragliamento, come contro un naviglio inglese (ML. 130) il 7 maggio 1942. In realtà colpire una nave avversaria con un siluro non era così facile, ed anche nel caso in cui questo avvenisse la probabilità che il siluro esplodesse nel modo giusto era abbastanza bassa. Nel corso della guerra molte modifiche vennero apportate proprio per migliorare il sistema d'innesco (a contatto o magnetico ed infine con rilevatore di suoni seguendo percorsi a zig zag), ma le mine restavano molto più efficaci, tanto che in alcuni casi le stesse motosiluranti ne furono danneggiate. Si trattava di arrivare di notte sin dentro il porto avversario e riempirne l'accesso di mine che esplodevano al contatto con le navi in ingresso o in uscita (tra il 16 ed il 31 Dicembre 1941 verranno lasciate di notte ben 73 mine davanti al porto di La Valletta). Le motosiluranti risulteranno avere un incredibile rapporto prezzo/risultati, in quanto una piccola imbarcazione di pochi soldi, con un semplice siluro o con una mina, poteva affondarne una molto più grande e costosa di lei.

Il 5 febbraio 1942 otto imbarcazioni si spostano da Augusta a Porto Empedocle, più adatto alle missioni contro Malta e dove già si erano trasferiti i Mas italiani. Il 10 maggio 1942 l'unità perderà la sua prima imbarcazione (S-31) che affonderà al largo di Malta saltando contro una mina, portandosi in fondo al mare anche 12 membri dell'equipaggio. Pochi giorni dopo anche la S-34 verrà colpita dalle batterie costiere maltesi. Il 24 Maggio la 3° Flotilla si sposta a Derna in Libia da cui effettua diverse azioni fruttuose contro il naviglio inglese sia in mare aperto prima che nella zona di Tobruk poi. In Agosto la Flotilla viene divisa in 3 gruppi e 6 imbarcazioni tornano ad Augusta (3 andranno a Palermo per riparazioni, altre in seguito a Tolone). Le tre di Augusta, insieme alle motosiluranti italiane, opereranno ancora contro i convogli diretti a Malta ottenendo discreti successi. A Settembre tutta la 3° Flotilla ritorna a Porto Empedocle lasciando Augusta alla 7° Flotilla appena giunta in Sicilia. A seguito dello sbarco alleato in Africa (Operazione Torch) le imbarcazioni vengono sposate in Tunisia per andare a minare le coste africane. Si alternano successi e perdite, come quella della S-35 che il 28 Febbraio 1943 affonda al largo di Bizerta, sbattendo sempre contro una mina. Il 7 maggio l'Africa è perduta e l'ultima S-Boote fugge da Bizerta stracarica di soldati tedeschi, salvandoli alla prigionia alla quale ne saranno invece destinati altri 250.000.

Le operazioni continuano in Sicilia ed il 6 luglio 1943 anche la S-59 affonda, mitragliata da un aereo. A seguito dello sbarco in Sicilia le unità rimanenti si spostano verso Messina, coprendo la ritirata e la traversata dello Stretto ad italiani e tedeschi. Le imbarcazioni lasciano quindi la Sicilia per dirigersi verso Viareggio, operando anche contro lo sbarco di Salerno ed affondando diverse unità nemiche. Le due unità S-54 ed S-61 che il giorno dell'armistizio si trovavano a Taranto per riparazioni e che riescono a scappare riempiendo di mine il porto (che causerà perdite al nemico / ora amico ... sic ...), arrivano a Venezia dove ottengono addirittura la resa della città(!).

Ma le traversie dell'unità non sono ancora finite e da Viareggio 11 imbarcazioni (insieme alle rimanenti della 7° Flotilla) vengono caricate su camion e trasportate tra le montagne fino al fiume Po lungo cui scenderanno per arrivare nel Mar Adriatico; tra successi e perdite opereranno sulle coste della Iugoslavia fino alla fine della guerra.


 

Lorenzo Bovi - lobox@libero.it


 

Tratto da: "Cento anni di Marina" Tullio Marcon;

Schnellboot, Squadron Signal, Warships In Action 018;

S-Boote, German E-Boats 1939-1945, Histoire & Collections;

Storia Militare e vari articoli sul web.

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